È stata una domenica all'insegna dei giovani che ha visto la Casa degli Autori - La Pagoda accogliere i sei giovani registi dei cortometraggi che compongono il film Premio SIAE, 6 sull'autobus.

 

Nato dalla collaborazione tra l'Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio d'Amico e la SIAE, il progetto ha visto coinvolti allievi registi e attori che, coordinati e guidati nelle diverse parti della realizzazione del laboratorio da Sergio Rubini e Ugo Chiti, hanno avuto la possibilità di sperimentare sul campo la realizzazione della regia cinematografica.

 

Durante la mattinata oltre alla proiezione ufficiale nella sala Volpi si è svolta alla Pagoda la conferenza stampa di presentazione del progetto e un workshop, nel quale sono intervenuti alcuni degli attori già noti nel cinema italiano che hanno preso parte al progetto, Luigi Lo Cascio, Claudio Bigagli, Pino Quartullo, Natale Russo, insieme ai registi e agli attori esordienti dell'Accademia, moderati da Andrea Purgatori, Lorenzo Salvetti direttore dell'Accademia e Daniela Bortignoni responsabile del progetto.

 

Unanime il plauso degli ospiti che hanno ribadito l'eccezionalità del progetto: «È qualcosa di più rispetto all'offerta proposta - ha sottolineato Lo Cascio -, un'apertura verso l'esterno dell'Accademia». Un modo ulteriore per unire le nuove e le vecchie generazioni del cinema e del teatro, «loro potrebbero essere considerati i nostri nipoti e pronipoti, e questo ci ha fatto sentire di lavorare in una grande famiglia» ha replicato Russo, affermando l'importanza di dare la possibilità a questi allievi di provare e sperimentare tutte le sfaccettature della "macchina" cinema.

 

Nel pomeriggio è seguito il workshop dal titolo Ma tu sull'autobus ci 6?, promosso da SIAE con la collaborazione delle Giornate degli Autori e di Cinemavvenire, presente nella persona del direttore Massimo Calanca, che ha visto gli interventi dei sei registi Simone Dante Antonelli, Giacomo Bisardi, Rita De Donato, Irene Di Lelio, Antonio Ligas, Emiliano Russo, che hanno potuto confrontarsi e raccontare le difficoltà affrontate nell'utilizzo di uno strumento nuovo e l'importanza della partecipazione a questo progetto e della continua guida da parte dei loro maestri nella realizzazione di questo lavoro: «È un onore grandissimo essere qui oggi ed essere chiamato regista, ma non riesco a non pensare che la settimana prossima tornerò in Accademia per l'ultimo anno. E sebbene sia felicissimo che il nostro lavoro sia arrivato a Venezia non va dimenticato che esso fa parte di un percorso formativo», ha concluso Emiliano Russo, uno degli allievi. (Valentina Babini)